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Rivista Internazionale di Studi Leopardiani (RISL)

11 (2018)

Prefazione

Il numero 11 della Rivista Internazionale di Studi Leopardiani segna un passaggio e, come tale, si pone contemporaneamente sotto il segno dell’innovazione, da un lato, e della continuità, dall’altro. Il fascicolo precedente si chiudeva infatti con le parole di commiato del suo fondatore ed editore, Emilio Speciale: «Per motivi contingenti non potrò più portare avanti questo progetto, al quale continuo tuttavia a tenere molto e che spero possa trovare una sua prosecuzione». 
Grazie alla preziosa collaborazione della casa editrice Franco Cesati di Firenze siamo ora in grado di tenere fede al desiderio di Emilio e di proseguire la pubblicazione della rivista che, sotto la nostra direzione congiunta, intende rispettare la linea editoriale inaugurata nel 1999 e, nel contempo, rafforzare la vitalità del progetto attraverso alcune novità. La RISL seguiterà dunque ad accogliere e proporre «con la massima apertura ideologica, interventi critici scelti esclusivamente in base alla loro scientificità, cercando di porsi come sede di discussione problematica, informativa e vivace» su uno dei maggiori poeti e pensatori italiani, non solo dell’Ottocento. Tuttavia, per realizzare questi propositi e, allo stesso tempo, per rendere conto in modo adeguato della dimensione sempre più internazionale assunta negli ultimi anni dall’opera e dalla critica leopardiane, abbiamo ritenuto necessario istituire un nuovo Comitato scientifico operativo, composto da studiosi e studiose tanto italiani quanto stranieri esperti/e in ambito umanistico, e non soltanto di letteratura italiana, specialisti/e di discipline “care” a Leopardi: dalla teoria della traduzione all’estetica, dalla critica d’arte alla linguistica, sino alla storia della scienza. A garantire la tradizione avviata da Emilio, questo nuovo Comitato scientifico è affiancato da un Comitato onorario, formato dagli studiosi e dalle studiose che hanno nel tempo collaborato alla realizzazione della RISL medesima. A tutti/e va il nostro più sentito ringraziamento per il sostegno offerto a questa nuova fase della rivista. Sempre nel solco del piano originario, che includeva la volontà di aprire costantemente la rivista a nuove modalità di ricerca e di analisi, abbiamo deciso di introdurre anche numeri tematici, a cominciare proprio da questo primo della nostra nuova direzione, dedicato a Giacomo Leopardi e l’esperienza del sensibile. Le pagine che seguono vogliono quindi far convergere differenti approcci disciplinari per studiare, nelle sue varie declinazioni, l’influenza che la percezione sensoriale ha avuto nell’ambito della riflessione poetica, filosofica, artistica, linguistica e scientifica di Leopardi. 
Nell’opera di Leopardi, infatti, la cosiddetta “esperienza del sensibile” non solo orienta in modo decisivo la riflessione epistemologica e l’elaborazione filosofica della teoria del piacere, ma è anche sottesa a molte immagini della scrittura creativa in prosa e in versi. La percezione sensoriale delle cose del mondo e dell’essere umano rappresenta, in realtà, uno dei principali strumenti di apprendimento e di conoscenza, e costituisce uno degli aspetti nodali – particolarmente originale rispetto alla tradizione letteraria e filosofica dell’Italia ottocentesca – della poetica leopardiana, capace di dare “corpo” e “sostanza” persino a quanto è connesso alla pura immaginazione e, così, di descrivere l’invisibile tramite il visibile, l’intangibile tramite il tangibile. In Leopardi, invero – come ben sottolineava Italo Calvino nelle sue Proposte per il nuovo millennio citando le pagine 1744-1746 dello Zibaldone –, anche la teoria del vago e dell’indefinito si esprime attraverso il sapiente utilizzo di elementi sensibili. Né si può dimenticare che pure la Natura, parte di quella materia da cui secondo Leopardi tutto ha origine, può essere conosciuta dal genere umano solo per mezzo dei sensi, come bene insegna la vana fuga dell’Islandese tanto dall’«intensità del freddo» quanto dall’«ardore estremo della state». 
Ci auguriamo che questo primo numero tematico venga letto con la stessa cura che gli abbiamo dedicato nel comporlo, mettendo in atto, con particolare dedizione, «un lavoro artigianale e accurato» sulle orme di quello svolto da Emilio per ben più di un decennio.
 

Tatiana Crivelli
Patrizia Landi 

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